PROLOGO: Mur-Argoran, nelle profondità di Altro Regno, Microverso - 5 minuti prima di ora

 

In un salone del castello che sovrastava la città-fortezza, la tetra figura del Seminatore di Morte e quella metallica di Ultron, nel cui adamantino corpo risiedevano la mente e lo spirito del mutante Richard Rennsaeler, si scoprirono circondate da un’intensa luce smeraldina, soprannaturale. Era come se la natura stessa dell’etere luminoso fosse cambiata, senza preavviso…

Il robot girò più volte la testa. “Vuoi sapere una cosa pazzesca?” disse attraverso la bocca perennemente contratta in un ampio ghigno in cui ardeva il fuoco atomico. “I sensori non rilevano nulla.

Sotto l’abito nero del Seminatore, si nascondeva una donna, Mary Elizabeth Sterling, sorella del defunto Phillip Wallace, l’originale Seminatore, nonché strega. Non ebbe il minimo dubbio nell’affermare, “Si è manifestato. Questo vuol dire che deve esserci una sua corona.

“Eh? Di che parli?”

 

In un’altra stanza, affiancato dal sintezoide di nome Avatar, tornato a nuova forma grazie alle proprie pozioni, l’uomo di nome Diablo lo sapeva eccome. “Set.” Si guardava intorno, l’aria satura di quella fredda luce verde… Il suo volto era una maschera di preoccupazione. “Avrei dovuto immaginarlo, che una Corona del Serpente potesse essere qui, dove lui è adorato… Avatar.”

L’occhio destro del sintezoide, dove l’altro, insieme alla metà sinistra del volto, era nascosto da una piatta maschera, brillava intensamente. “Non ho mai percepito un’aura emozionale così…potente,” disse. La sua voce era in qualche modo assente, ebbra… E l’alchimista capì di avere un nuovo problema fra le mani: Avatar trovava forza nelle emozioni, erano il suo cibo -e in quel momento, doveva stare ricevendone un bel sovraccarico!

 

E il sintezoide nato nella Zona Negativa non era il solo a reagire all’aura di Set.

In quello che era rimasto della torre principale del castello, altri due attori di questa tragedia si fronteggiavano. Uno, un umano dalla pelle così chiara da sembrare di gesso, il volto incorniciato da lunghi e folti capelli nerissimi, con indosso un ricco abito nero, era esultante. “Ora che lui è qui, la vostra ora è giunta,” disse Lord Asmodius Norvak, Re di Mur-Argoran, con il tono calmo e misurato di chi sapeva di avere il coltello dalla parte del manico. “La sua sola presenza ti sta indebolendo, vero, demone?”

La figura a cui si stava rivolgendo era un felino umanoide, alto e muscoloso, dalla pelliccia arancione, bardato da un’armatura di cuoio. Nella mano artigliata stringeva una nera ascia runica, e il suo corpo era contratto dallo sforzo di autocontrollarsi.

Grigar del Popolo Felino era sì, un demone, discendente di creature nate dalla commistione di scienza arcana e di biotecnologia aliena. La sua condizione, così, come quella dei suoi simili, era stata ulteriormente corrotta dal loro lungo esilio sotto il tallone di Mefisto… Esilio durante il quale il Popolo Felino aveva fatto del suo meglio per non cedere completamente alla corruzione interiore…

 

MARVELIT presenta

KNIGHTS TEAM 7

Episodio 27 - Doppio Fronte

 

 

Al di fuori della vasta città-fortezza, sotto il cielo di granito illuminato da un sole artificiale, si trovava la seconda frazione delle forze alleate al protettore di Altro Regno: era questo gruppo composto dal barbaro Gorjoon, da Garth Principe di Mournhelm, dal mago Lambert, Decano del Cerchio del Fuoco, dalla guerriera Duna, e infine da Max, Dragone dei Cieli.

Tutti quanti fissavano con eguale preoccupazione l’immensa figura di Set, il dio-serpente, che avvolgeva nelle sue spire la città di Mur-Argoran.

“È grosso, ma sembra solo un fantasma,” disse Gorjoon, accarezzandosi nervosamente la folta barba nera. “Che male potrà mai fare al nostro protettore?”

“Temo che non sarà su questo piano che si svolgerà la lotta,” commentò Lambert, pallido. “Hai visto che il suo corpo ha solo una testa e non sette? No, Set non è stupido. Non è potente abbastanza da sfidare Stargod sul suo territorio. Non fin quando il suo corpo non è completo.

E cosa possiamo fare?” disse Max, senza distogliere lo sguardo dalla scintillante figura che si ergeva nell’aria, all’altezza del muso serpentino. “Non possiamo starcene qui a…”

“Questa non è una lotta per noi, o per alcun mortale,” lo interruppe il mago. “Stargod per primo non ci vorrebbe coinvolti, in questo momento. Saremmo solo di intralcio, lo capisci?”

A malincuore, il dragone azzurro chinò il capo. “John…”

 

“Hai fallito, Set!” ringhiò l’uomo-lupo dalla candida pelliccia, vestito da un’armatura smeraldo e oro. Alla sua gola, la Godstone, fonte di immenso potere, scintillava di un’intensa luce sanguigna, la stessa luce che ora crepitava nei suoi occhi. Il suo muso era contratto in una smorfia di odio, rivelando completamente la chiostra di zanne. “Hai tentato di corrompere il mio spirito, hai tentato di sfruttare le mie umane debolezze, hai cercato di raggiungere i miei amici ed il mio compagno per ricattarmi. Ed hai fallito! E sarò io a suggellare il tuo fallimento staccandoti la testa dal corpo!” un atto di volontà, e fra le sue mani artigliate apparve una lunga alabarda, la cui lama crepitava di energia. Non si era mai sentito così: ogni fibra del suo essere gli gridava di schiacciare quell’antico nemico con tutta la forza che possedeva. Era una sensazione terribile ed esaltante, alla quale non vedeva l’ora di abbandonarsi del tutto…

Set spalancò la bocca, emettendo un verso di sfida. Ti aspetto, dio-lupo. Estinguerò la tua stirpe maledetta da questo mondo.

L’intero corpo di Stargod si accese, mentre, con un terribile ululato che echeggiò lungo tutta la caverna sotterranea, si gettava verso il serpente!

Tutti, da Norvak a Max, osservarono stupefatti l’aura di Stargod trasformarsi, crescere, diventare un lupo grande quanto il dio-serpente, dalle fauci spalancate, pronto ad azzannare il suo nemico per la gola…

E quando questo successe, una luce ancora più spaventosa si diffuse per tutta la caverna. Era come se fosse appena detonata una bomba termonucleare!

 

“JOHN!” ruggì Max, istintivamente parando sé stesso ed i suoi compagni di lotta con le proprie ali da quell’improvviso sole…

E quando la luce si estinse…non vi era più traccia ne’ del lupo, ne’ del serpente.

Garth disse solo, “È iniziata.”

Max voltò uno sguardo supplice verso Lambert. “C’è qualcosa che..?”

Il mago annuì. “Sì. Possiamo ancora fare qualcosa per il nostro signore.

 

Lo stordimento, quello fisico, durò solo un istante. Era stato come entrare nel più tumultuoso dei muri, per un momento era sembrato che la corrente potesse avere la meglio… Ma lui aveva resistito, ed era emerso…dove?

La sua mente faceva fatica ad elaborare quel nuovo paesaggio, che rendeva perfettamente il termine ‘alieno’: si trovava in una landa desolata, coperta da una foresta di alberi pietrificati a perdita d’occhio. Il cielo era un gelido manto di stelle, sovrastato da un pianeta perfettamente diviso a metà fra un emisfero lussureggiante ed uno morto e secco. Altrove, nella volta celeste, si trovava una nuvola di planetoidi semidistrutti, come tante fragili biglie scagliate l’una contro l’altra da un malvagio bambino cosmico…

E le montagne… John Jameson lo realizzò solo in quel momento: le montagne erano immensi cadaveri. Non capiva come lo sapeva, chiamatelo istinto, ma era sicuro che quei titanici corpi di pietra contorti e per sempre fissi nella loro ultima agonia erano appartenuti ad esseri viventi…

“Vedo che apprezzi il mio lavoro, lupo,” disse una voce dietro di lui!

L’alabarda pronta a colpire, Stargod si voltò…e si trovò a fissare il più bello degli uomini, una creatura di bellezza quasi femminile, dalle cui ali spiccava un doppio paio di candide e soffici ali d’angelo. Il suo volto era incorniciato da lunghi capelli biondi che scendevano fluenti fino alle spalle. Il suo corpo era coperto da una tunica bianca che lasciava scoperti una spalla e parte del torace…come a suggerire un accenno di lussuria in quella bellezza casta…

Ma erano altri particolari che Stargod stava notando -l’odore, per cominciare. Quella creatura possedeva una fragranza sinistra, di corruzione, sotto un profumo capace di ingannare anche le api. E la sua voce…il tono era intriso di dolce veleno. “Chi sei?” chiese il dio-lupo, senza abbassare la guardia.

L’essere, che fino a quel momento aveva tenuto gli occhi chiusi, li aprì…rivelando due pupille gialle, infuocate, a fessura, nel mezzo di una sclera sanguigna. Gli occhi crudeli di un demone! “Benvenuto nell’Interregno. Sono il Generale Karmika dell’Armata Tenebrarum del Settimo Cielo del Quinto Regno. E tu, Stargod, nemico del nostro Grande Padre, sei la mia preda!” Nella sua mano destra apparve una spada dalla lunga lama di ghiaccio, avvolta dalle fiamme.

Quello che seguì fu velocissimo: in un solo movimento, l’essere stese le ali verso Stargod. Le piume saettarono in avanti, rivelando una nera membrana da pipistrello, e divennero tanti pugnali affilatissimi. Allo stesso tempo, Karmika stese la spada e da essa fece partire una doppia raffica di fuoco e gelo!

Ancora una volta, Stargod si lasciò guidare dal proprio istinto: fece roteare l’alabarda a una velocità formidabile, generando uno scudo di energia con la lama scintillante. I pugnali furono dissolti all’impatto…ma quella stessa misura non fu altrettanto efficiente contro la doppia raffica di energia.

Fuoco e gelo avvolsero il corpo del lupo, e questi, respinto all’indietro come da un maglio, ululò di dolore! Arò il suolo per diversi metri, prima di schiantarsi contro un albero di pietra. Un ramo aguzzo gli trapassò la spalla sinistra. Sangue colò lungo il metallo, ma quel dolore era niente di fronte all’agonia che avvolgeva la sua stessa essenza, che lo bruciava senza intaccare la carne…

Fuoco Spirituale,” disse Karmika. “Se tu fossi un dio degno di tal titolo, lo avresti capito prima. Ed ora, il colpo di grazia!” Lanciò una nuova raffica, ancora più potente…

NO!” Stargod si accese di energia e divenne il cuore di una esplosione devastante! Gli alberi divennero cenere all’istante, il suolo evaporò sotto quell’assalto…

Il fuoco spirituale si infranse contro il fronte dell’esplosione. Karmika sbarrò gli occhi, mentre vedeva la distruzione avanzare velocissima ed implacabile verso di lui…

 

Altro Regno

 

Dove siamo diretti?” chiese Max, mentre volava verso il cuore di Mur-Argoran.

Lambert, gli occhi chiusi in concentrazione, disse, “Dobbiamo trovare la Corona del Serpente. È il solo legame fra Set e questo piano. Se la distruggiamo, almeno lo indeboliremo. Stargod ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, soprattutto adesso; nonostante il suo vasto potere, è giovane, là dove set vanta migliaia di secoli di esperienza.”

“Non potresti dare qualche buona notizia, almeno per cambiare?”

“Ti prego, fai silenzio…” l’espressione di Lambert si fece ancora più tesa. “Non capisco…percepisco chiaramente la Corona, è sotto di noi. Ed allo stesso tempo è ovunque sotto di noi…”

E che diavolo vorrebbe dire?” fece Gorjoon.

Fu Duna ad essere folgorata dall’intuizione. Diede una pacca sulle scaglie di Max. “Cavalcavento, Sali più su, fino alla volta, presto!”

Con un possente colpo d’ala, Max obbedì, rischiando di sbalzare i suoi compagni dalla schiena…

“Guardate!” esclamò Garth, indicando la città. La sua espressione e quella dei suoi amici fu di uguale stupore e paura.

Come Lambert aveva correttamente intuito, la Corona del Serpente era sotto di loro. E, come Duna aveva correttamente intuito, la Corona del Serpente era la stessa Mur-Argoran! L’intera città era stata costruita sulla forma della Corona!

“Distruggerla?” fece Gorjoon, in un attimo di impietoso realismo. “Immagino che l’unico che potesse farlo si trova chissà dove…”

 

Interregno

 

Si ergeva al centro di un vasto cratere fumante. Un atto di volontà, oltre a guarirlo, aveva raffreddato il magma, trasformandolo in una sostanza vetrosa.

Stargod ansimava. Un uso così massiccio del suo potere, unito alla tensione continua, lo stava sfiancando… Ma il dio-lupo era tutt’altro che stanco di combattere. I suoi sensi studiarono attentamente il paesaggio. “Avverto la tua fetida presenza, Karmika. Non offendermi fingendoti morto…” Ma prima che potesse dire altro, la sua attenzione fu attratta da un nuovo movimento…

Voltò lo sguardo verso l’alto, in tempo per vederlo piombare velocissimo su di lui!

Uno stormo! Una nuvola vivente di creature del colore del mercurio, dalle ali affilate, senza occhi e tutto becco. Il battito delle loro ali produceva un suono stridente.

Le creature piombarono su Stargod….solo per colpire il punto vuoto dove lui si era trovato fino ad un attimo prima!

Il dio-lupo si materializzò sopra lo stormo. Decise di tentare un nuovo trucco: anziché esprimere il suo potere in un’esplosione, disperdendolo dove non era necessario, lo immaginò più simile al colpo di vento generato dalle ali di un drago…

Intorno alle sue braccia apparve un’aura, e come le mosse, generò un vento di distruzione che investì lo stormo, disintegrandolo…

“I miei complimenti, Stargod. Impari in fretta.”

Si voltò, incontrando lo sguardo beffardo di Karmika. “Non hai di meglio da offrirmi, generale?”

Karmika rise. “Potremmo andare avanti all’infinito, se questo è il tuo desiderio. I miei fratelli e sorelle, e mio padre del resto, hanno molto bisogno del tuo impegno.

Cosa..?”

“Credevi che Set ti avesse portato qui solo perché ti combattessimo? Devi sapere che noi, i suoi legittimi figli, la seconda generazione di dei dopo il Suo esilio, preferimmo l’esilio in questa dimensione piuttosto che estinguerci quando i nostri adoratori scomparvero del tutto.

“Da allora, abbiamo vissuto con le energie che avevamo accumulato, ma eravamo comunque condannati all’estinzione. Avevamo un piano di emergenza, ma un gruppo di mortali lo sventò[i]. Eravamo condannati, ma Set ci promise una nuova chance se in cambio gli avessimo giurato fedeltà.

“Vedi, è semplice: noi abbiamo bisogno di energia, e con te ne avremo abbastanza per vincere il nostro esilio. Set ci promise te.”

Il lupo emise un verso fra il ringhio ed il latrato. “E credete che…”

“Lo so che non ci aiuteresti mai. Non volontariamente… Per questo ti stiamo costringendo a lottare per la tua vita, facendo ricorso alle tue preziose energie, disperdendole in questo ambiente, permettendoci di assorbirle.

“Non…”

Karmika annuì. “Sì. Hai due scelte, uomo-lupo: combattere, vivere, e renderci più forti…oppure sacrificarti e lasciare a Set la vittoria finale.

 

Mur-Argoran

 

“Potrei farcela,” disse Max, spezzando il lungo silenzio sbigottito.

I quattro umani si scambiarono un’occhiata dubbiosa. Fu Lambert a dire, “Come?”

Gli occhi del drago erano fissi sul castello, le cui forme ricordavano, a ben vederle, l’intreccio delle teste della sommità della Corona. “Evocando il potere della tempesta. Ora che la mia forza è quella di un adulto, posso scatenare una forza che, chiusa in questo ambiente, sarebbe decuplicata… Ma avrei bisogno della tua magia, umano. Devo avere il cielo selvaggio intorno a me.

“Senza contare che una simile potenza incontrollata distruggerebbe anche noi,” aggiunse Gorjoon. “Non so se a musozannuto piacerebbe il nostro suicidio, soprattutto il tuo, in cambio della vittoria.

Max sospirò. “Il suo dolore sarebbe indicibile, ma se almeno potesse sapere la verità, accetterebbe persino il mio sacrificio. È maturato.

Lambert scosse la testa. “Si tratta comunque di pura retorica, cavalcavento: ci vorrebbe un Decano del Cerchio del Cielo, o un Patriarca della tua specie, per potere compiere quello che chiedi. L’aria non è il mio elemento.”

Max emise un secco sibilo frustrato. “John…”

E in quel momento, con la coda dell’occhio, percepì del movimento: per la precisione, in direzione dello squarcio che lui e Stargod avevano aperto per giungere laggiù[ii].

Gli altri seguirono lo sguardo dell’animale, mentre questo si voltava. “C’era da aspettarselo, che non avrebbero aspettato i nostri comodi,” esclamò Garth, preparando la sua spada a catena.

“Non sono i velivoli di Mur-Argoran,” disse Max, inarcando il collo. Una nuova preoccupazione aveva venato la sua voce, ora che riconosceva i caccia che giungevano numerosi in formazione. Ci mancavano solo loro, proprio adesso!

Perché quei caccia appartenevano alla flotta dei Tok.

 

Interregno

 

“Permettimi di aiutarti a decidere prima, Stargod!” esclamò Karmika, sollevando la spada infuocata, mentre intorno a lui si materializzavano nuove orde di predatori alati.

Stargod vide le fiamme partire contemporaneamente alle creature assassine. Di nuovo aspettò fino all’ultimo istante, prima di teleportarsi. Apparve alle spalle del diabolico generale, gli occhi già accesi di energia -forse non poteva impedirsi di combattere, ma poteva almeno eliminare uno ad uno quei sicari di Set con chirurgica precisione, sprecando le proprie energie il meno possibile…

Ma il colpo non partì. Il suo corpo fu avvolto da giri di spire smeraldine solide come acciaio!

Ti avevo detto che ti avrei eliminato, dio-lupo! Disse Set. Le sue dimensioni non erano più titaniche, ma ora la sua carne era materiale… In un modo o nell’altro, io sarò la tua fine.

Stargod fletté i muscoli, ma prima di potersi liberare, le fauci del serpente affondarono nella sua spalla! Il mistico veleno bruciò nelle sue carni e nelle sue vene con il calore di una stella.

A suo merito, va detto che il lupo non emise versi di dolore se non un intenso sibilo, le zanne scoperte e gli occhi serrati… Ma ad ogni istante che passava, si sentiva sempre più debole, e il dolore riempiva ogni suo pensiero, togliendogli ogni raziocinio…

 

A distanza di sicurezza, Karmika osservava soddisfatto lo svolgersi degli eventi. Il cosiddetto dio era già inerte, a un passo dalla fine. Una volta che fosse morto, la sua pietra mistica avrebbe ridato nuova linfa sia al Grande Padre che a loro. E l’Interregno sarebbe tornato a…

Roteando, un oggetto si avvicinò velocissimo a Set!

Il generale spalancò gli occhi. “Grande Padre, fai attenzione!”

Ma fu troppo tardi! L’oggetto colpì in pieno la testa del serpente! Anche se non la recise, riuscì a scalfirla. Emettendo un terribile sibilo di dolore, Set lasciò la sua preda. Stargod, inerte, la lingua penzoloni dal muso semiaperto, cadde verso il suolo… Solo per trovare le braccia di Ultron ad arrestare la caduta!

Karmika e Set si guardarono intorno, incontrando le figure di Diablo, Grigar, nella cui mano era appena tornata l’ascia runica, ed Avatar. “No!” esclamò il generale. “Chi siete? Come osate interferire?!”

In risposta, Avatar si voltò verso di lui. La mezza maschera rientrò nell’elmo, e tutto il potere accumulato dalla sola presenza di Set, unito alla furia primordiale di Agron furono vomitati dalla bocca e dagli occhi del sintezoide!

Karmika provò ad allontanarsi da quel torrente letale, e per un momento sembrò anche farcela…ma Agron, una creatura di energia vivente, non era tipo da farsi ingannare così facilmente. E seguì rapidamente Karmika…colpendolo in pieno!

Il generale urlò orribilmente, mentre il suo corpo veniva consumato senza scampo. La carne venne strappata dalle ossa, che divennero neri tizzoni, mentre intorno a quei miseri resti non rimase che una nuvola di cenere…

Voi siete i cavalieri di Stargod! Esclamò Set, più furibondo che mai. Non so come siate arrivati qui, ma state certi che*

In quel momento, un paio di mani guantate di nero si posarono sul suo corpo! Era l’ultimo cavaliere, il Seminatore di Morte!

Poi, toccò ai bioscrambler dire la loro. Il corpo di Set fu percorso da energie letali che travolsero le sue carni così come il suo veleno aveva ferito Stargod. Se fosse stato un mortale, il serpente sarebbe morto all’istante. Così, invece, fu solo, per quanto seriamente, stordito.

Set fece saettare le zanne verso il nuovo intruso, ma a quel punto il Seminatore si smaterializzò, e il serpente morse l’aria. Una doppia raffica di energia lo colpì alla testa subito dopo, e lui si voltò verso la creatura di adamantio…

E in quel momento, un colpo di energia lo investì da un’altra direzione…e la carne del dio fu trasformata in un fragile guscio di vetro!

“Alquanto appropriato, direi,” disse Diablo, impugnando la più sofisticata delle sue creazioni che brillava di luce propria. “Almeno, ora so che la mia pietra filosofale funziona bene.

La statua del serpente cadde inerte verso il suolo, dove si schiantò andando in mille pezzi.

 

Mur-Argoran

 

Lanciato da un caccia, un drone sferico si avvicinò veloce al drago. Max cercò di intercettarlo con raffiche di laser ottici, ma invano: la sfera sfaccettata sembrava dotata di vita propria…

Quando la sfera si trovò a una decina di metri dal suo bersaglio, si fermò. Un momento dopo, eruttò sciabole di luce, che subito presero la forma di una creatura rettiliana, umanoide, dalle scaglie arancioni, ‘vestita’ della sola propria armatura naturale di placche ossee: Ssylak, Principe dei Tok.

Rivolgendosi a Max, l’ologramma disse, “I nostri sensori hanno percepito chiaramente la presenza del cosiddetto Stargod e della sua pietra maledetta. Ora sembra essere scomparso. Dov’è?”

E ti aspetti anche che ti rispondiamo?” fece Duna, fissando truce quell’alieno, la cui specie era giunta su Altro Regno per conquistarlo e ridurne la popolazione in qualcosa di peggio che la schiavitù…

Ssylak degnò la donna di una sola, fuggevole occhiata. “Silenzio, cibo. Sto parlando con l’eretico. Allora, dove si nasconde il blasfemo?”

E fu qui che il dragone ebbe l’idea…e decise di dire al nemico esattamente la verità…

 

Interregno

 

“Abbiamo guadagnato pochi istanti,” disse il Seminatore, mentre il gruppo scendeva a terra. “Diablo, l’antidoto.”

L’alchimista si avvicinò al corpo esanime, ancora fra le braccia di Rennsaeler. Prese una fiala da una tasca del costume e, sollevando delicatamente la testa del lupo con una mano, con l’altra ruppe la fiala e ne versò l’argenteo contenuto nella bocca.

Le ferite alla spalla si rimarginarono, ma non vi fu altro effetto visibile…

“I sensori mi dicono che i suoi valori sono stabili,” disse Richard. “Ma è praticamente in coma.”

Diablo scosse la testa. “Con quel veleno, Set ha ucciso un suo stesso fratello. In qualche modo, la Godstone potenzia il mio antidoto…ma se Jameson non si concentra, non può terminarne il lavoro. Ora come ora,” fissò il Seminatore, che in quel gruppo era di fatto il secondo in capo, “occorrerebbe eliminare il sangue infetto, o una buona porzione di esso. Ma ci vuole una trasfusione, o la perdita lo ucciderebbe.

“Allora la soluzione è semplice. Diablo, usa la Stele di T’helhy’Ed e riportaci in superficie. Quando ci saremo radunati con Max e gli altri, andremo su…”

Non andrete da nessuna parte, piccoli mortali! Esplose la voce di Set. Contemporaneamente, la superficie morta del pianeta sembrò diventare liquida mentre una sua porzione emergeva come un’immensa colonna -una colonna a forma di serpente, che in un attimo, a fauci spalancate si piegò in basso…e fece un solo boccone dei suoi nemici, con un tonfo che si ripercosse per chilometri.

Poi, cadde il silenzio mentre la pietra tornava solida…

 

Astronave ammiraglia della flotta Tok, nei cieli di Altro Regno

 

“Maestà, cosa ne pensate?”

In piedi al centro della sala di comando, le mani incrociate dietro la schiena, le ali semispiegate nervosamente, Ssylak stava riflettendo mentre osservava Max sul monitor. “Non credo che il dragone stia mentendo, Generale Viskajj. Al di là del fatto che sarebbe una menzogna davvero elaborata, resta che lui e il blasfemo sono pressoché inseparabili. Inoltre, quanto ha detto non solo collima nei tempi con le nostre scansioni, ma confermerebbe anche gli altri bio-valori anomali letti in precedenza. Quelli imputati a questo ‘Set’. E per concludere, in effetti, la città emette una sorta di…radiazione di fondo associata al Takk. Maledizione!”

“Maestà?”

Se questo Set sta tenendo prigioniero Stargod chissà dove, mi sta privando della mia legittima vendetta. Un simile affronto non può essere tollerato! Chiamate i Sacerdoti!”

“Maestà!” urlò un soldato-operatore in quel momento. “La città, guardate!”

Sugli schermi, Mur-Argoran tremolò…e scomparve.

Un altro operatore stava controllando le sue letture. “Si deve essere sfasata dal tessuto spaziotemporale stesso. Tutto quello che captiamo è della radiazione-T residua.

Sullo schermo, il drago era non meno sorpreso. “Principe Ssylak, che cosa è successo?!”

Il Tok rispose, “I vigliacchi hanno deciso di scomparire piuttosto che affrontarci… Ma non temere, eretico: non è il cibo che mi interessa, adesso. Torna in superficie: io e te dobbiamo fare una cosa insieme.”

 

Sullo schermo, i caccia alieni, il drago azzurro al seguito, si stavano dirigendo verso lo squarcio di ingresso.

Norvak, Re di Mur-Argoran, era davvero seccato da questo sviluppo. Aveva deciso di non impegnare ulteriormente il suo esercito, già decimato dalla precedente battaglia, preferendo risparmiare le forze in caso di stretta necessità. Del resto, quella marmaglia non avrebbe potuto fare alcun danno consistente. Il vero pericolo era un eventuale ritorno di Stargod…

No, quello che lo irritava maggiormente era il ritorno a sorpresa di quelle lucertole maledette: era sicuro che il dio-lupo si fosse liberato di loro. E ora, aveva dovuto sprecare una consistente quantità di energia per sfasare la città…

“Dovremo fare i conti, un giorno, Ssylak.

 

Interregno

 

Il silenzio fu di breve durata.

Crepe si manifestarono attraverso il corpo roccioso del serpente. Poi, lame di luce eruttarono attraverso quelle crepe, in successione sempre più rapida…fino a quando l’intera colonna esplose fragorosamente, disintegrandosi in una nuvola di polvere.

“Per fortuna, il grande verme è abituato a pensare in termini…fisici,” disse Rennsaeler, le mani di adamantio ancora crepitanti di energia. Ora era Grigar a reggere Stargod fra le braccia.

“Set ha sempre preferito la forza bruta sull’astuzia,” disse il Seminatore. “Diablo, la Stele. Dobbiamo andarcene urgentemente di qui.

“Non hai bisogno di ripetermelo,” disse l’alchimista, mentre riponeva la pietra filosofale. Subito dopo, fra le sue mani apparve la Stele runica di T’helhy’Ed. Velocemente, Diablo iniziò a recitare la formula che avrebbe portato tutti in superficie…

“Attent*” tentò Grigar, accorgendosi del pericolo…troppo tardi!

Un arco di energia attraversò la Stele! Un esterrefatto Diablo poté solo guardare la loro sola via di fuga cadere a terra in due inutili pezzi.

Tutto il gruppo si voltò in direzione di quell’attacco.

“Karmika era uno sciocco, ma non era il solo Generale,” disse una nuova figura. Era…un bambino. Un florido e bellissimo bambino di otto anni, dai lisci capelli neri e la pelle scura. Istintivamente, lo si sarebbe detto un bocciolo di vita… Ma il suo volto era freddo, come se la vita si fosse spenta dentro di lui. I suoi occhi erano bianchi come il ghiaccio artico. Indossava un frusto sudario nero che gli nascondeva tutto il corpo tranne i piedini nudi. La sua stessa voce echeggiava di morte, antica e innaturale. “Io sono Yarlia, Generale dell’Armata Tenebrarum del Primo Cielo del Sesto Regno. E voi non lascerete mai più il nostro dominio.

I cavalieri videro una nera aura manifestarsi intorno al generale-bambino. Un’aura che assunse la forma del sinistro mietitore! Solo che dal cappuccio emergeva un cranio cornuto e dalle lunghe zanne fiammeggianti come denti.

L’apparizione calò in un arco la sua falce frastagliata, promessa assoluta di morte…

La falce colpì, e dall’impatto nacque una luce potentissima…

Una luce che prese una forma. La forma di un gigantesco e ruggente drago di luce!

Yarlia dovette coprirsi gli occhi, mentre l’aura del mietitore veniva dissolta da quella luce…

E quando la luce si estinse, di Stargod e dei suoi cavalieri non era rimasto nulla.

“Scomparsi,” disse, atono, il bambino latore di morte.

Una risposta inaccettabile! Sibilò Set, il cui corpo era ora composto da una miriade di stelle. Voglio il lupo e i suoi seguaci. Mi avete promesso la vittoria!

Il bambino sorrise a fil di labbra…e in quel sorriso c’era qualcosa che avrebbe fatto avvizzire una quercia e ucciso sul posto qualunque forma di vita che lo avesse visto. “Ora siamo più potenti. Stargod è ancora debole, e attraverso il veleno che scorre nel suo corpo, arriveremo a lui ovunque si trovi. La nostra prima vittoria al di fuori dell’Interregno sarà il nostro regalo a te, Grande Padre.

 

Superficie di Altro Regno

 

John!” ruggì Max.

“Non ti distrarre, fratello” disse uno dei sacerdoti Tok. I draconici, nelle loro tuniche rituali, stavano in piedi in cerchio, intorno al drago.

Ma Max non ne voleva saperne di starsene buono. E quando un bestione di 15mt voleva attenzione, era difficile ignorarlo. Abbassò il collo fino a potere sbuffare in faccia al sacerdote che gli aveva parlato. “L’ho sentito. È in grave pericolo!”

L’altro, senza aprire gli occhi, annuì. “E Antesys lo ha protetto. Ora continua a pregare e dare il tuo supporto al nostro incantesimo: sei tu la chiave per raggiungere Stargod. La tua fede e la nostra lo porteranno fuori dalla sua trappola.”

Max chiuse gli occhi, riprendendo a pregare. Antesys, grande generatore, principio e fine di tutto, saggio oltre ogni immaginazione, Ti prego! Salva il tuo figlio prediletto, e permettici di ricongiungerci! Non importa quale sacrificio mi chiederai, quale dolore mi vorrai imporre, sono pronto a soffrirlo se questo gli darà salvezza!

Purtroppo, sarebbe stato esaudito…



[i] SUPERNATURALS #2-3-4

[ii] Ep. #25